Libertà tetragona - quinto stato

Il potere è sullo sfondo di tutte le vite, nero, opprimente, beffardo. L’ayatollah rappresenta tutti i poteri del mondo che condizionano i popoli, li dividono, li influenzano e infine li sfruttano. Di fronte, il fiume carsico della pulsione libertaria del popoli - da cui la tetragonia della libertà espressa nel titolo) - che questa volta sgorga in una forma tutta femminile. La parte feconda dell’umanità, piena dell’energia colorata della propria missione, si erge coraggiosamente dinanzi a quello sguardo che accusa la stessa ontologia femminile.
Lo hijab, preso a simbolo delle costrizioni a cui è sottoposto il genere femminile, viene sventolato finalmente a viso scoperto, provocando il risentimento di quel potere millenario.
Nel percorso dell’affrancamento dalle discriminazioni e dalla schiavitù, Pelizza da Volpedo rappresentava una umanità prevalentemente maschile, dove le poche donne in “Quarto Stato” erano per lo più madri con bambini in braccio.
In questa raffigurazione, la donna, che è madre per natura, è anche persona autonoma, consapevole, capace di ergersi senza alcuna necessità di aiuto, a rappresentare le istanze dell’intera umanità a cui anch’essa appartiene a pieno titolo.
“Quinto stato” quindi, per una vera parità nella costruzione del futuro comune.